L’impresa fai da te è finita

Action Plan

Strumenti per creare una strategia di successo

 

Rubrica

23 Agosto 2022

Autore
Gina De Rosa

Tag

Condividi

Per chi ha ruoli di responsabilità cambia tutto.

Bisogna subito adeguare il modo di fare business con nuovi assetti organizzativi.

 

15 Luglio 2022: il Codice della Crisi e dell’Insolvenza è Legge.

Non basta più il controllo basato su analisi di bilancio e scostamento del budget.

 

Laddove non sono giunti ancora molti imprenditori è giunto il legislatore il quale, con l’articolo 2086, c. 2, del Codice Civile, dota l’impresa, attraverso adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, di un sistema di allerta in grado di intercettare possibili indizi di crisi.

 

In aggiunta a ciò il nuovo comma 3) lettera c) dell’articolo 3 del Digs 14/2019 fornisce anche lo standard che dal 15 luglio definirà cosa si intende per adeguati assetti, vale a dire il fatto di disporre di tutte le informazioni necessarie a rispondere alle 61 domande alla check list di cui al decreto del Ministero della Giustizia 28 settembre 2021.

 

Viene introdotto l’obbligo, ad esempio, di disporre di un piano strategico nel quale siano contemplate l’analisi di scenario, la Swot analysis, la mappa strategica ed un certo numero di Kpi di controllo.

 

Per brevità cito solo due fra le domande più significative:

• L’impresa ha predisposto un monitoraggio continuativo dell’andamento aziendale?

• L’impresa è in grado di stimare l’andamento gestionale ricorrendo ad indicatori chiave gestionali (Kpi) che consentano valutazioni rapide ed in continuo?

 

Come si vede, la norma va ben oltre il cosiddetto controllo “backward looking” basato principalmente sull’analisi del bilancio e dall’analisi degli scostamenti dal budget.

Viene introdotto dal legislatore come obbligatorio un approccio “forward looking” di tipo qualitativo quasi a voler suggerire l’adozione di strumenti come la Balanced Scorecard , tecnica di management diffusissima nel mondo ma pressoché sconosciuta in Italia.

 

In ogni caso il legislatore ha fatto le proprie scelte in modo molto netto e chiaro.

I professionisti e i consulenti che a vario titolo sono chiamati a dotarsi di strumenti di analisi capaci di supportare le loro scelte e a collaborare con le aziende, compresi sindaci e revisori, saranno tenuti non solo ad adeguarsi, ma anche ad arricchire il proprio bagaglio di conoscenze, passando dall’essere solo semplici fiscalisti a riappropriarsi, allo stesso tempo, della “cultura d’impresa” tornando così a essere giuristi ed economisti d’impresa.